Immagine Prima Serie (1981 – 1985)

Immagine prima serie

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Estratti a cura di Stefania Fioravanti, Mauro Giori, Rosa Pavone

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Immagine. Note di Storia del Cinema, n. 1, Prima Serie, 1981

Sommario:

* Riccardo Redi, Montaggio senza moviola, p. 2.
Dopo un breve esame bibliografico a proposito della pratica del montaggio ante-moviola, Riccardo Redi ripercorre le tappe dell’evoluzione della moviola, strumento per eccellenza del montaggio moderno. Nonostante sia menzionata per la prima volta nel 1930 dalla Cameron’s Enciclopedia on Sound Motion Pictures, il suo principio di funzionamento, l’idea cioè di far scorrere la pellicola in modo continuo, risale alle origini del cinema.
* Vittorio Martinelli, L’ultimo moschettiere, p. 6.
Vittorio Martinelli intervista Roberto Spiombi (1899-1980), attore cinematografico degli anni ’20. Il risultato è una preziosa testimonianza sul cinema italiano di quegli anni ed i suoi protagonisti.
* Alfredo Baldi, Le riviste Cines, p. 11.
Dall’inizio del 1931 la Cines produsse per circa un anno, a scadenza mensile, cortometraggi con caratteristiche ibride: una struttura da cinegiornale ed un contenuto volto invece all’intrattenimento, tipico delle vere e proprie “riviste”.
* Claudio Camerini, Recitazione muta, p. 13.
La stampa contemporanea diede ampio spazio alla celebrazione di Cabiria in tutti i suoi aspetti, trascurando però la recitazione e gli attori. La spiegazione di questa anomalia si trova essenzialmente nella volontà di Pastrone di valorizzare il personaggio e non l’interprete: per raggiungere questo scopo scelse attori conosciuti ma non famosissimi, ai quali impose una recitazione il più possibile stilizzata ed efficace, diversa da quella in voga in quel periodo.
* Documenti: Il mistero di Villa Nirvana. Le didascalie per un film di Alberto Degli Abbati, a cura di Vittorio Martinelli, p. 15.
Sono qui pubblicate le didascalie del film Il segreto di Villa Nirvana, realizzato dal regista Alberto Degli Abbati nel 1921 (che però non ottenne il visto di censura prima del 1923). Quelle qui riprodotte sono le didascalie ricavate da un dattiloscritto dell’epoca, conservato dagli eredi di Dante Santoni: tutto lascerebbe intendere che si tratti della versione definitiva, apparsa in pellicola, anche se di quest’ultima non risulta esistano copie.
* Aldo Bernardini, Il restauro del film, p. 22.
Si tratta di una sintesi del contributo presentato nel 1981 da Aldo Bernardini a Venezia, in occasione del convegno internazionale sul tema “Il film come bene culturale”. Argomenti della comunicazione sono la teoria e la pratica del restauro cinematografico, nonché una serie di considerazioni su problemi come l’identificazione e la catalogazione dei film.
* Sergio Raffaelli, L’occhio fascista della censura sulla pubblicità nei cinematografi, p. 25.
La difficoltà nel reperire documentazioni concernenti i meccanismi censori durante il fascismo rende preziosa per gli studiosi qualsiasi informazione sull’argomento. L’autore riporta le indicazioni di regolamentazione censoria relative a cortometraggi pubblicitari e documentari “promozionali” realizzati nel 1938. I film, di cui fra virgolette sono specificati l’intervento censorio e i credits (titolo, produzione, metraggio, numero di nulla osta…) sono desunti dall’elenco delle pellicole cinematografiche approvate dal Ministero della cultura popolare.
* Irma F., I cappelli delle signore, p. 27.
L’articolo, tratto da La Cine-Fono e la Rivista Fono-Cinematografica del 1910, è un’indignata e divertente invettiva contro i disagi provocati nelle sale cinematografiche dall’usanza femminile, dettata dalla moda dell’epoca, di indossare ingombranti copricapi. L’autrice si interroga su questo difficile problema considerando le ragioni di uomini e donne e proponendo come soluzione una divisione, per sesso, della sala.
* Film in archivio: “La campana”, p. 28.
Si tratta della sceneggiatura, desunta alla moviola, del film La campana, prodotto dalla Cines e uscito nel 1909, conservato nell’archivio dell’Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema. La copia in questione è un’edizione tedesca: le didascalie pubblicate sono ri-traduzioni delle originali.

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Immagine. Note di Storia del Cinema, n. 2, Prima Serie, 1981

Sommario:

* Omaggio a Gance, a cura di Riccardo Redi, p. 1.
Nel settembre 1981 a Roma fu proiettata l’edizione critica del “Napoléon” di Abel Gance, curata da Kevin Brownlow. Riccardo Redi ne elogia il lavoro filologico, pur notando qualche imperfezione. L’evento viene preso a pretesto per sottolineare la necessità di iniziare una ricerca su questo autore, ingiustamente trascurati dalla critica moderna.
* Les enrolements de 1792. Fragments du scénario, p. 4.
Si tratta di un frammento della sceneggiatura scritta da Abel Gance per il “Napoléon”, tratto dal numero di agosto del 1927 della rivista “Cinéa-Ciné pour tous”. Questo documento testimonia, con la sua ricchezza di particolari e indicazioni, l’abitudine di Gance di prevedere il montaggio già in sede di scrittura.
* Les fusillades de Toulon, par Jean Arroy, p. 6.
Vengono qui messe a confronto la descrizione che Jean Arroy (uno degli assistenti di Abel Gance) fa di “Les fusillades de Toulon”, bobina del “Napoléon” ritrovata nel 1958, con la sceneggiatura originale edita da Plon nel 1927. In quest’ultima, la sequenza “Après le siège de Toulon” risulta molto diversa dal resoconto di Arroy.
* La sequenza finale, p. 10.
Viene pubblicata la sceneggiatura, scritta da Gance, della sequenza finale del “Napoléon”, pensata per essere presentata a schermo triplo, come si evince dalla dettagliata descrizione delle immagini per ciascuno schermo.
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* George Méliès, Documenti per completare la storia del Theatre Robert-Houdin, p. 13.
Questo manoscritto inedito di Georges Méliès (trascritto e tradotto da Michele Canosa), di cui viene pubblicata in questo numero la prima parte, è un’accurata ed affettuosa descrizione di quel microcosmo artistico che fu il Théâtre Robert-Houdin dal 1888, data dell’arrivo di Méliès, al 1923, anno della sua demolizione.
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* Aldo Bernardini, A proposito di archeologia del cinema italiano, p. 18.
Prendendo spunto da due mostre allestite nel 1981, “La fiera delle meraviglie. Lo spettacolo popolare a Reggio Emilia nell’Ottocento” e “1896-1914. Materiali per una storia del cinema delle origini”, Aldo Bernardini ribadisce l’importanza degli studi sulle attività cinematografiche municipali alle origini dello spettacolo cinematografico. Le due mostre e i rispettivi cataloghi hanno infatti avuto la funzione di apportare novità e conferme rispetto ai dati precedentemente disponibili.
* Musica per il cinema. Conversazione con Alfredo Guastalla, a cura di Andrea Veneri, p. 20.
In quest’intervista Alfredo Guastalla, musicista che accompagnava con la sua orchestrina le proiezioni cinematografiche al cinema “Centrale” di Reggio Emilia, racconta della sua attività a Reggio intorno agli anni ’20, delle tecniche e degli strumenti con i quali si eseguivano gli accompagnamenti, dall’introduzione dell’autopiano fino all’arrivo del sonoro.
* Progetto per una ricerca sul cinema muto europeo, p. 25.
Questo progetto di massima per una ricerca sul cinema muto europeo è nato ed è stato elaborato nell’ambito dell’Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema. Suo obiettivo finale è la compilazione di una filmografia ragionata sul muto.
* Film in archivio: “Napoleone a Sant’Elena”, p. 27.
Napoleone a Sant’Elena è il soggetto n°407 del catalogo Cines, in programma in Italia nel febbraio del 1911. Ne viene qui presentata una copia (con didascalie ritradotte dalla versione tedesca, di una lunghezza inferiore rispetto a quella indicata dalle fonti d’epoca). La struttura a flash-back e la perfezione nella realizzazione di raccordi e dissolvenze costituiscono gli aspetti più interessanti del film.

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Immagine. Note di Storia del Cinema, n. 3, Prima Serie, 1982

Sommario:

* Giovanni Buttafava, Il diario di Glumov, p. 1.
Nel 1923, in occasione della messa in scena della commedia di Ostrovskij Anche il più saggio ci casca, S. Ejzenštein realizzò una Kinopravda che aveva la funzione di sostituire uno dei motori dell’intrigo: il diario di Godunov. Questo esperimento di cinema nel teatro è stato spesso citato, ma mai studiato. In questa sede ne viene fatta una ricostruzione (completa della lista delle inquadrature), considerandola all’interno della struttura teatrale di cui faceva parte.
* Nino Genovese, Le prime proiezioni cinematografiche a Messina (1896-1898), p. 7.
Si tratta di una indagine storica sulle prime proiezioni cinematografiche nella città di Messina. Vengono individuate le prime sale cinematografiche e sono messi a confronto i programmi e le macchine usate per proiettare, in modo da ricostruire un frammento di quel mosaico di ben altre dimensioni che è la storia del cinema delle origini.
* Riccardo Redi, Il passaggio attraverso una porta, p. 13.
L’articolo si compone di due parti. Nella prima viene illustrato il percorso che ha condotto all’identificazione del film “La pupilla del marinaio” (Pathé, 1908). Nella seconda parte se ne analizza una sequenza, divisa in cinque inquadrature, al fine di progredire nella conoscenza della nascita della nozione di raccordo e della rappresentazione della continuità del movimento ad essa connessa.
* Giannalberto Bendazzi, Un pioniere del disegno animato, p. 18.
Quirino Cristiani fu il vero e proprio iniziatore del cinema d’animazione nel continente sudamericano. La sua attività, che si svolse dal 1916 agli anni ’40, non si limitò alla realizzazione e alla produzione di film: egli fu anche ideatore di tecniche, materiali e apparecchiature che influenzarono la produzione argentina successiva del settore.
* Fiorello Zangrando, Ricordo di Giuseppe Becce, p. 19.
Attraverso la testimonianza diretta di una nipote acquisita, integrata con documenti di varia natura, viene qui redatta una biografia di Giuseppe Becce (1877-1973), importante compositore di musica d’accompagnamento, la cui attività iniziò con il muto per svolgersi poi ben oltre l’avvento del sonoro.
* George Méliès, Strumenti per completare la storia del Theatre Robert Houdin, p. 23.
È pubblicata la seconda parte (per la prima vedi “Immagine n°2”, pp. 13-17) del manoscritto inedito di Georges Méliès, trascritto e tradotto da Michele Canosa, in cui sono descritti con molto affetto tutti i personaggi che hanno fatto la storia del Robert-Houdin.
* “Come si vota”, a cura di Vittorio Martinelli, p. 29.
Viene pubblicata come curiosità una recensione del cortometraggio di propaganda “Come si vota”, apparsa nel 1924 su L’Ambrosiano. L’autore, Edgardo Rebizzi, ne racconta dettagliatamente la trama, concedendosi in chiusura una considerazione morale.

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Immagine. Note di Storia del Cinema, n. 4, Prima Serie, 1982

Sommario:

* Aldo Bernardini, Gaston Velle alla Cines, p. 1.
Seguendo le peregrinazioni del realizzatore Gaston Velle, si ricostruisce quello che l’autore identifica come il “primo” episodio di rivalità fra due case di produzione, la francese Pathé Frères e l’italiana Cines. Viene inoltre pubblicata una filmografia dei film di Velle realizzati per la Cines nel biennio 1906-1907.
* Enrico Rappini, la Celio e “La lega dei diamanti”, a cura di Vittorio Martinelli, p. 5.
Vittorio Martinelli indaga su uno dei grandi nomi della storia cinematografica del nostro paese trascurati dalla storiografia del cinema. Si tratta di Enrico Rapini, direttore artistico e soggettista della Celio prima e della Milano-Film poi. Del Rappini viene pubblicata la sceneggiatura de “La lega dei diamanti”, prodotto dalla Celio nel 1913.
* Riccardo Redi, Un film politico del 1917, p. 17.
“La flotta degli emigranti”, proiettato per la prima volta nel maggio del 1917, è uno dei pochissimi film muti italiani con uno sfondo politico. Il film è tratto da una commedia di Vincenzo Morello, alias Rastignac, intellettuale in aperta polemica con il mondo politico contemporaneo, e costituisce un attacco diretto al sistema parlamentare del 1907. Il saggio riporta anche due recensioni del film apparse sulla stampa specialistica dell’epoca.
* Claudio Rubino, Cinematografo a Napoli: appunti sulle origini (1896-98), p. 21.
L’arrivo del cinematografo a Napoli risale al 31 marzo 1896, data in cui la città ebbe la prima proiezione aperta al pubblico. Attraverso una puntuale analisi delle fonti, soprattutto articoli apparsi sulla stampa locale, Claudio Rubino cerca di far luce sulla complessa questione dell’attribuzione della paternità degli apparecchi usati per le proiezioni.
* Claudio Camerini, Tre film francescani, p. 25.
Vengono qui analizzati e messi a confronto tre film che hanno come soggetto la vita di San Francesco: “Il poverello di Assisi” (di Enrico Guazzoni, 1911), “Frate Sole” ( di Ugo Falena, 1918) e “Frate Francesco” (di Antamoro, 1927). Quest’analisi comparata mostra la profonda differenza di trattamento della figura di San Francesco, che deriva da una diversa interpretazione del significato profondo del messaggio e della personalità del Santo.
* “Il poverello di Assisi”, a cura di Alfredo Baldi, p. 29.
Viene qui pubblicato l’elenco delle inquadrature, con le illustrazioni corrispondenti, de “Il poverello di Assisi”, di Enrico Guazzoni. Il film prodotto, dalla Cines nel 1911, vede Emilio Ghione nella parte del Santo.

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Immagine. Note di Storia del Cinema, n. 5, Prima Serie, 1983

Sommario:

* Alberto Farassino, Frammenti neuropatologici, p. 1.
“La neuropatologia” (1908) è registrato dagli storici come il primo film scientifico italiano. A realizzarlo è stato il neurologo Camillo Negro. Del film si conservano oggi un episodio, inserito da Virgilio Tosi nel suo film metodologico sul pioniere del cinema scientifico Roberto Omegna, e due piccole bobine, nelle quali sono contenuti dei frammenti qui descritti per la prima volta.
* Alfredo Baldi, I documentari della Cines,  p. 5.
La nomina di Emilio Cecchi a direttore artistico della Cines, avvenuta nel 1932, diede un particolare impulso alla produzione di documentari nel corso del biennio 1932-1933. Fra questi “Assisi” di Alessandro Blasetti, “Tara” di Ivo Perilli e “Il ventre della città” di Francesco Di Cocco. Nel 1933 cessa l’attività della Cines, divenuta in questa data proprietà dell’IRI: i suoi stabilimenti furono affittati ad altre produzioni.
* Vittorio Martinalli, Carteggio Bracco-Troncone, p. 11.
Nel corso degli anni ’10, all’interno del processo di “nobilitazione” del cinema, si ricorse alla trasposizione cinematografica delle opere dei grandi nomi del teatro e della letteratura. Un esempio di questa pratica fu il sodalizio tra Roberto Bracco e Roberto Troncone, eminente autore teatrale il primo, direttore della casa di produzione Partenope-film il secondo. L’analisi del loro carteggio testimonia, tra l’altro, il clima di competizione che esisteva fra le case produttrici per l’ingaggio dei nomi più prestigiosi.
* Ermanno Comuzio, Bergamo 1896: polemiche prima dell’arrivo del cinema, p. 17.
L’annuncio dell’arrivo del cinema a Bergamo fece scoppiare un’accesissima polemica tra due giornali locali, L’Unione e La Gazzetta Provinciale di Bergamo. La causa del contendere era se fosse “cinetografo” o “cinematografo” il modo etimologicamente più corretto per denominare l’apparecchio che permetteva la proiezione di fotografie in movimento. La polemica rimanda ad un problema storiografico ben più interessante: se cioè si trattasse di apparecchi Edison o Lumière.
* Elaine Mancini, Lettura di un film italiano antifascista, p. 21.
Analizzando il film “Porto” (1935) di Amleto Palermi, Elaine Mancini dimostra come sotto il Fascismo, a differenza dell’opinione corrente, la cinematografia italiana fosse riuscita a mantenere un’autonomia tale da produrre film con una critica al regime piuttosto esplicita. Un messaggio di dissenso ancor più efficace se si considera che gli attori del film sono fra i maggiori interpreti del muto italiano: Irma Gramatica e Camillo Pilotto.
* Film in archivio: “The Guerilla”, p. 26.
“The Guerrilla” è un film girato da Griffith nel primo anno della sua permanenza alla Biograph (1908). Dopo una breve introduzione che ne individua gli aspetti più significativi dal punto di vista linguistico, vengono descritte ed illustrate le quarantaquattro inquadrature che lo compongono.

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Immagine. Note di Storia del Cinema, n. 6, Prima Serie, 1983

Sommario:

* Jean A. Gili, “Il focolare spento” di Genina, p. 1.
“Il focolare spento” di Augusto Genina (1924) conobbe una diffusione ed un successo internazionali. Jean A. Gili ne analizza la copia visionata, individuando i nuclei tematici principali del film nel rapporto madre-figlio e nella coppia oppositiva città-campagna.
* Vito Zagarrio, “Mariute” un metafilm del muto, p. 5.
“Mariute. Una giornata di Francesca Bertini” è un film del 1918, commissionato dall’Istituto Nazionale delle Assicurazioni per finanziare lo sforzo bellico all’indomani della disfatta di Caporetto. Lo statuto di questo film è ambiguo e complesso, oscillante tra pratica alta e bassa, tra opera d’arte e prodotto di consumo, film patriottico e riflessione metalinguistica.
* Nino Genovese, Il mistero del Kinetografo, p. 11.
Nel pullulare di neologismi atti a definire la nuova invenzione, Kinefotografo è il termine usato a Napoli e soprattutto in Sicilia. Gli storici si dividono nella identificazione dell’apparecchio del quale Kinefotografo sarebbe dovuto essere sinonimo: Cinématographe Lumière per Bernardini, Vitascopio Edison per Rubino. Nino Genovese sostiene qui un’altra ipotesi, che si trattasse cioè di una macchina di proiezione Paul.
* Ermanno Comuzio, Pianoforte, organo orchestra: la musica del muto, p. 15.
Già in occasione della prima proiezione cinematografica al “Gran Café” nel 1895 un pianoforte accompagnava i film Lumière. Da quel momento s’innescò un processo di specializzazione professionale del musicista da spettacolo cinematografico: vennero istituite scuole e furono scritti manuali e regole per la corretta esecuzione della musica d’accompagnamento ai film, composta disponendo di strumenti ed organici diversi, dal pianoforte, al trio, all’orchestra sinfonica.
* Riccardo Redi, Le prime proiezioni in Italia: Padova, p. 19.
Si tratta di uno studio sulle prime proiezioni in una realtà locale come quella di Padova. Quest’operazione è estremamente importante per poter ricostruire un quadro complessivo dello spettacolo cinematografico ottocentesco, con i suoi film, i suoi personaggi, il suo pubblico e le sue tecniche ed i suoi macchinari.
* Sergio Raffaelli, Refurtiva cinematografica: 1913-1915, p. 22.
Vengono presentati i dati ricavati dal Bollettino delle Ricerche, quotidiano del Ministero dell’Interno, nel quale erano pubblicate, dal 1913, segnalazioni per la polizia. Fra queste, alcune riguardavano furti di pellicola, utili perchè forniscono prove dell’esistenza di esercenti altrimenti sconosciuti e informazioni sul valore economico che poteva avere un film a quel tempo.
* Vittorio Martinelli, Lotte Eisner: in memoriam, p. 24.
Vittorio Martinelli recensisce il libro “L’écran démoniaque” di Lotte Eisner. Motivo d’elogio è la preparazione culturale dell’autrice e gli accurati studi umanistici che stanno alla base delle sue interpretazioni. Ne viene invece criticata la scelta di trascurare ingiustificatamente, nella sua analisi del cinema tedesco, sia molte figure di grande importanza, sia quei generi così detti minori, che permisero in realtà l’affermazione a livello europeo di quella cinematografia.


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Immagine. Note di Storia del Cinema, n. 7, Prima Serie, 1984

Sommario:

* Riccardo Redi, Karl Marbe e la “teoria delle proiezioni cinematografiche”, p. 1.
Karl Marbe fu uno dei primi teorici del cinema. Professore e direttore di psicologia a Würzburg, Marbe intraprese studi sulla percezione durante la proiezione cinematografica; la sua più importante considerazione, e cioè che non c’è differenza fra la percezione dei moti apparenti e quella dei moti reali, è contenuta nel suo scritto, “Theorie der Kinematographischen Projektionen” (1910).
* Casanova, “période vénitienne”, a cura di Carlo Montanaro, p. 7.
Negli Archivi Comunali di Venezia è stato ritrovato il copione del “periodo veneziano” del “Casanova” (1926) di Volkoff, opera di cui precedentemente si aveva notizia solo attraverso testimonianze della stampa dell’epoca. Viene qui riprodotta una parte della sceneggiatura.
* Cesare Beau, Stanotte si gira, p. 14.
Vengono descritte le riprese del film “Casanova” (1926) di Volkoff sull’isola di S. Giorgio nella laguna veneziana. Autore dell’articolo, pubblicato nel 1926, è Cesare Beau, direttore del mensile di teatro e lirica “Il Loggione”, convinto detrattore del cinema, demonizzato come quintessenza della commercializzazione dell’arte e come malattia corruttrice degli attori teatrali.
* “Il Trovatore” della Pineschi, p. 16.
Tratto da “La rivista Fono-cinematografica e Café-Chantant” del settembre 1908, l’articolo presenta il primo esperimento di spettacolo cinematografico completo: “Il Trovatore”. Presentato dalla società italiana Pineschi, l’evento viene salutato come un passo fondamentale nell’evoluzione del cinema, e come un utile mezzo di diffusione del teatro che diventa fruibile da tutti, ovunque.
* Vittorio Martinelli, Oriundi con riserva, p. 18.
Il saggio è dedicato a due personaggi che ebbero il loro periodo d’oro tra gli anni ’10 e ’20, in occasione del successo strepitoso di cui godettero i serials detti “cliffhangers”. Si tratta di Edward Wyman e Sylvester Menzetti, in arte, rispettivamente, Eddie Polo e Richard Talmadge. Acrobatici e spericolati, dal circo approdarono al cinema entusiasmando le platee di mezzo mondo.
* Vittorio Martinelli, “Histoire d’un Pierrot”, p. 23.
“Histoire d’un Pierrot” (1913) di Baldassarre Negroni è un film interessante soprattutto per due ragioni: da un lato per la sua forte componente teatrale, dall’altro per il fatto di costituire un esempio del trattamento del divismo (interpreti sono la Bertini, la Gys ed Emilio Ghione), alternativo rispetto a quello che caratterizzava la produzione cinematografica italiana di quel periodo.
* Rira Maioli, Le prime proiezioni in Italia: Ravenna, p. 27.
La prima proiezione cinematografica a Ravenna risale al 1900 e fu organizzata in un padiglione ambulante usando l’apparecchio dei fratelli Lumière. Nonostante l’entusiasmo e la meraviglia con cui il pubblico accolse l’evento, l’apertura del primo locale cinematografico avvenne solo otto anni dopo, ad opera di Giuseppe del Bianco.


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Immagine. Note di Storia del Cinema, n. 8, Prima Serie, 1984

Sommario:

* Davide Turconi, Le tribolazioni del frammento. Ovverosia le sabbie mobili della storia del cinema, p. 1.
Davide Turconi si sofferma sugli eventi più significativi della terza edizione de “Le Giornate del Cinema Muto”: la retrospettiva dedicata a Thomas H. Ince, di cui passa in rassegna i singoli film, ed il convegno internazionale su “Lettura e restauro del frammento cinematografico – Il mistero Thomas H. Ince”, del quale offre un resoconto chiaro ed esaustivo, riportando i vari interventi ed i termini in cui il problema è stato discusso.
* “The Coward” e “Civilization” in Italia, a cura di Riccardo Redi, p. 9.
Riccardo Redi solleva il problema della contraddittorietà del messaggio di due film, bellicista il primo e pacifista il secondo, presentati all’interno della retrospettiva dedicata a T. H. Ince dalla terza edizione delle “Giornate del Cinema Muto”, ovvero “The Coward” (“Il vile”) del 1915, diretto da Reginald Barker e “Civilization” (in Italia “Civilizetion”), girato da Ince l’anno successivo. Viene analizzata la reazione della stampa contemporanea, americana ed italiana, all’uscita dei due film.
* Vittorio Martinelli, Il dovere di dimenticare, p. 12.
In occasione della morte di Pina Menichelli, grande attrice italiana degli anni ’20, avvenuta il 29 agosto 1983, Vittorio Martinelli ricorda le tappe artistiche e biografiche che segnarono la carriera di un’indiscussa protagonista del cinema italiano nel periodo caratterizzato dallo spirito dannunziano.
* Renato Bovani e Rosalia Del Porro, Il Cavalier Cesare Watry, p. 16.
I due autori pubblicano i risultati dell’indagine sulle proiezioni animate effettuate dalla compagnia di varietà diretta da Cesare Watry negli anni 1900-1920. Dopo aver fornito le informazioni fondamentali per inquadrare il personaggio Watry, vengono riportati e commentati i vari programmi degli spettacoli della compagnia, con una particolare attenzione agli strumenti usati per proiettare.
* Patrizia Minghetti, Lo ‘scandalo’ di “Camicia nera”, p. 20.
Attraverso l’analisi del carteggio, qui interamente riprodotto, tra il regista Giovacchino Forzano e Benito Mussolini, l’autrice ricostruisce la tormentata vicenda produttiva di “Camicia nera” (1933), che si sviluppò tra l’inizio del 1932 ed il 1933 e che si può suddividere in tre momenti: il concorso, la fase di realizzazione del film ed infine lo scandalo suscitato dal suo costo eccessivo.


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Immagine. Note di Storia del Cinema, n. 9, Prima Serie, 1985

Sommario:

* Ermanno Comuzio, Storie italiane e francesi, p. 1.
Ermanno Comuzio riferisce della conferenza dal titolo “Cinema e storiografia in Europa” tenutasi a Reggio Emilia nel gennaio 1985. Oggetto di discussione sono stati fondamentalmente lo statuto dello storico di cinema, la situazione delle singole realtà nazionali (Italia, Francia, Inghilterra e Jugoslavia), i concetti portanti della storia del cinema, il campo di indagine di questa disciplina e il suo rapporto con la teoria.
* La “Passione” Pathè, a cura di Emmanuelle Toulet, p. 4.
Si tratta della pubblicazione della sceneggiatura della terza versione de “La vie de Notre Seigneur Jésus-Christ”, datata 1913, che comprende quattro parti. Delle tre sceneggiature depositate nel 1913 presso la Bibliothèque Nationale, quella qui riprodotta è la più completa, la più dettagliata e la più ricca di informazioni di carattere tecnico, quasi sicuramente scritta posteriormente alla realizzazione del film.
* Paolo Cherchi Usai, L’Itala Films di fronte alla censura, p. 16.
Attraverso le difficoltà incontrate per l’approvazione da parte della censura di una serie di film prodotti dall’Itala Film, fra i quali “Maciste alpino” di Giovanni Pastrone, Paolo Cherchi Usai ricostruisce i rapporti tra la società torinese e gli uffici di censura. Il controllo di quest’ultima risulta molto più severo e intransigente nel biennio ‘15-’17, durante il quale l’adesione alla guerra rendeva indispensabile una moralizzazione dei film e una grande attenzione alla salvaguardia della reputazione del paese e dei suoi abitanti.
* Vittorio Martinelli, Il “Giuda” di Febo Mari, p. 21.
In occasione del suo ritrovamento presso la Biblioteca Nazionale di Firenze, viene pubblicato il testo autografo del “Giuda” di Febo Mari che l’autore scrisse, sceneggiò, diresse, produsse ed interpretò tra il 1918 e il 1919. Il film, osteggiato nella sua circolazione dalla censura, fu un fallimento economico, per riprendersi dal quale Mari curò nel 1932 una nuova versione sonorizzata del film, che non ottenne però maggior successo.
* Cladio Camerini, Colori artificiali, p. 25.
Claudio Camerini prende in esame il fenomeno della colorazione computerizzata dei vecchi film in bianco e nero anni ’30 e ’40, descrivendone il procedimento, la destinazione commerciale, e riportando le reazioni negative espresse da registi, operatori, tecnici e distributori, che denunciano l’assurdità di un procedimento che porta ad una falsificazione dell’opera e alla negazione della dignità autoriale.


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Immagine. Note di Storia del Cinema, n. 10, Prima Serie, 1985

Sommario:

* Ermanno Comuzio, La pratica del “Cue-Sheet”, p. 1.
Ermanno Comuzio continua il suo studio sulle esecuzioni musicali negli anni ’10 e ’20 (vedi “Immagine” n. 6, pp. 15-18), approfondendo l’argomento dei suggerimenti musicali che da un certo momento in poi accompagnarono la circolazione dei film, e cioè i cosiddetti repertori e i “music sheets”. Analizzando le indicazioni per l’accompagnamento delle varie case di produzione, europee e americane, si arriva ad individuare le caratteristiche principali delle tipologie di accompagnamento più in voga in quegli anni. Viene trattato il problema dell’attribuzione dello status di ideatore della pratica dei “music-sheets”, e sono presi in esame i diversi supporti, dalle “scalette” alle raccolte di composizioni musicali, che costituivano le indicazioni per l’esecuzione. Infine l’autore individua i personaggi più significativi nel panorama internazionale, come Giuseppe Becce e Erno Rapee.
* Vittorio Martinelli, Primi approcci tra cinema e fascismo, p. 7.
L’avvento del fascismo coincise con un terribile crisi del cinema italiano. Dal 1922, la cinematografia nazionale intraprese un lento processo di “autofascistizzazione”, volto alla trasformazione morale e materiale del paese. L’articolo individua i film e i personaggi che iniziarono e consolidarono questo volontario asservimento al potere, sottolineando come i toni insopportabilmente retorici e pomposi che caratterizzavano questa produzione fossero criticati non solo dal pubblico, ma addirittura dai fascisti stessi.
* Claudio Camerini, Lo stato delle copie, p. 13.
Si tratta di un resoconto dell’iniziativa “Club a Club”, organizzata a Roma a cura dell’Officina Filmclub nel 1985. Individuata la peculiarità del cineclub rispetto all’esercizio commerciale, vengono sottolineati i problemi che caratterizzano questo tipo di istituzioni, quali la velocità di scorrimento della pellicola, lo stato delle copie, la qualità delle proiezioni. Vengono inoltre elencati i film più significativi che sono stati proiettati in questa occasione.
* Nino Genovese, La strana guerra del colonnello Barone, p. 14.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale la cinematografia italiana vide la creazione di una numerosissima serie di film di argomento bellico. Nonostante che, per motivi di sicurezza, fosse difficile ottenere il permesso di girare scene in esterni reali, il Colonnello Enrico Barone ebbe l’autorizzazione per “Guerra sull’Isonzo e nella Carnia”. Analizzando la stampa contemporanea, Nino Genovese si sofferma sulle reazioni e sulle polemiche che il film suscitò, nonché sull’importanza di quello che divenne lo “scandalo Barone” all’interno del processo di liberalizzazione dell’ammissione degli operatori cinematografici nei luoghi di guerra.
* Rosalia del Porro e Renato Bovani, “La presa di Roma”: contributo alla storia di un film, p. 21.
Gli autori continuano l’indagine iniziata da Aldo Bernardini su “La presa di Roma” (1905), di Filoteo Aberini. Di questo film, considerato dagli storici come un prototipo del genere storico-celebrativo, vengono presi in esame le prime proiezioni, la reazione che il film suscitò nella stampa, le caratteristiche e le peregrinazioni delle diverse copie, per far luce su alcuni problemi storici e filologici.
“Corradino di Svevia”, a cura di Aldo Bernardini, p. 25.
“Corradino di Svevia” (1909) è un importante film della Vesuvio Films di Napoli, che per volontà della casa di produzione fu girato con l’intenzione di farne una pellicola al contempo storica ed artistica, sull’esempio delle produzioni “colte” della francese Film d’Art. Dopo una breve introduzione al film, ne vengono pubblicate le didascalie e l’elenco delle inquadrature.

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Immagine. Note di Storia del Cinema, n. 11, Prima Serie, 1985

Sommario:

* Davide Turconi, Noi e l’altra faccia della luna, p. 1.
L’opportunità di esplorare autori e generi sconosciuti, fornita da “Le Giornate del cinema muto” di Pordenone del 1984, induce Davide Turconi a considerare la necessità impellente di far luce sulle vaste zone “buie” della storia del cinema muto. L’autore riferisce a questo proposito ciò che è stato fatto dall’Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema, ed indica una serie di punti programmatici che costituiscono la base di un progetto di ricerca futuro.
* Aldo Bernardini, Bilancio di un quadriennio, p. 3.
Si tratta di un bilancio dell’attività dell’Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema dal 1981 al 1985. Viene ripercorsa la vita dell’Associazione di questi quattro anni, le collaborazioni, gli acquisti di film, gli incontri più importanti, i risultati ottenuti.
* Vittorio Martinelli, Francesca, nel ricordo, p. 7.
In occasione della morte, il 13 ottobre 1985 della grande diva del cinema muto italiano Francesca Bertini, Martinelli traccia una breve ma intensa commemorazione ripercorrendo le tappe fondamentali della sua carriera, dall’esordio come una delle stiratrici del dramma Assunta Spina, fino al suo ritiro nel 1921.
* Gian Piero Brunetta, Le “Giornate del cinema muto”, p. 8.
Si tratta del reportage dell’edizione del 1985 delle “Giornate del Cinema Muto” di Pordenone. Viene presentato il programma e sono elencati gli incontri e i personaggi più significativi, riservando un’analisi più approfondita alle proiezioni dedicate ai comici italiani.
* Alberto Farassino, “Der Letzte Mann” e il restauro dei film muti, p. 11.
Viene analizzata la versione di “Der Letzte Mann” (1924) di Murnau con didascalie (pubblicate a p. 15) e musiche originali di Giuseppe Becce, presentata alle “Giornate del cinema muto” di Pordenone nel 1985. Dopo un’analisi accurata Alberto Farassino arriva alla conclusione che si tratta di un restauro volto alla ricostruzione non dell’originale, ma di una delle varianti del testo.
* Nino Genovese, “Consuelita”, una singolare vicenda filmica, p. 16.
Vengono ricostruite la genesi filmica, i problemi censori e le caratteristiche di un film di Roberto Roberti. Realizzato tra il 1920 e il 1921 con il titolo “La fanciulla di Amalfi” (ultima interpretazione della Bertini prima che si ritirasse definitivamente dagli schermi), uscì nelle sale nel 1925 come “Consuelita”.
* Simonetta della Croce, Breve storia della Pisorno, p. 20.
Viene ricostruita la storia degli stabilimenti Pisorno, dal 1934, data della loro fondazione ad opera di Giovacchino Forzano, al fallimento dichiarato nel 1959. Di questa struttura l’autrice ricorda i luoghi, i personaggi, le produzioni, i rapporti con il duce, gli artisti che vi lavorarono.

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